L’economia
La politica franchista (rilancio dell'agricoltura, miglioramento della rete dei trasporti, investimenti industriali e apertura al turismo internazionale) diede solo risultati parziali. Uscito dall'isolamento politico ed economico imposto dalla lunga dittatura fascista, il Paese si è aperto a degli scambi commerciali internazionali; il vero decollo economico del paese si è avuto con l'ingresso nella CEE (1986): il Prodotto interno lordo è quasi triplicato tra il 1980 ed il 1992; gli scambi con i partner europei hanno avuto aumenti del 20%; la produttività industriale è cresciuta grazie agli investimenti in beni strumentali; le entrate turistiche in valuta hanno permesso di riequilibrare parzialmente la bilancia dei pagamenti. L'economia ha anche potuto contare sulla nascita di nuove imprese industriali e sull'afflusso di capitali stranieri che, sfruttando il minor costo della mano d'opera rispetto ad altri paesi, hanno avviato iniziative industriali e commerciali. L'ingresso nell'UE e la democrazia hanno inoltre permesso alla Spagna l'apertura verso i mercati esteri e l'espansione delle imprese nei Paesi Latinoamericani, dove la Spagna è il primo investitore estero. Si parla perciò di reconquista económica.
A metà degli anni novanta è invece cominciata una fase di sostenuta crescita economica (incremento annuo del PIL del 3% tra il 1996 e il 2004), che ha interessato soprattutto alcune regioni (Catalogna, Aragona, Navarra, Valencia) e ne ha solo sfiorato altre (Andalusia, Canarie). La Spagna ha continuato la sua crescita economica anche quando il partito governante cambiò nel 2004, mantenendo una solida crescita del PIL durante il primo mandato di José Luis Rodríguez Zapatero, sebbene fossero evidenti alcuni fondamentali problemi dell'economia spagnola. Secondo il Financial Times, vi era un deficit commerciale enorme della Spagna (che ha raggiunto l'incredibile cifra di 10% del PIL del paese nell'estate del 2008) e una "perdita di competitività nei confronti dei suoi principali partner commerciali". Nel decennio che va dal 1998 al 2008, l'economia iberica è stata tra le più dinamiche nell' eurozona.
La politica franchista (rilancio dell'agricoltura, miglioramento della rete dei trasporti, investimenti industriali e apertura al turismo internazionale) diede solo risultati parziali. Uscito dall'isolamento politico ed economico imposto dalla lunga dittatura fascista, il Paese si è aperto a degli scambi commerciali internazionali; il vero decollo economico del paese si è avuto con l'ingresso nella CEE (1986): il Prodotto interno lordo è quasi triplicato tra il 1980 ed il 1992; gli scambi con i partner europei hanno avuto aumenti del 20%; la produttività industriale è cresciuta grazie agli investimenti in beni strumentali; le entrate turistiche in valuta hanno permesso di riequilibrare parzialmente la bilancia dei pagamenti. L'economia ha anche potuto contare sulla nascita di nuove imprese industriali e sull'afflusso di capitali stranieri che, sfruttando il minor costo della mano d'opera rispetto ad altri paesi, hanno avviato iniziative industriali e commerciali. L'ingresso nell'UE e la democrazia hanno inoltre permesso alla Spagna l'apertura verso i mercati esteri e l'espansione delle imprese nei Paesi Latinoamericani, dove la Spagna è il primo investitore estero. Si parla perciò di reconquista económica.
A metà degli anni novanta è invece cominciata una fase di sostenuta crescita economica (incremento annuo del PIL del 3% tra il 1996 e il 2004), che ha interessato soprattutto alcune regioni (Catalogna, Aragona, Navarra, Valencia) e ne ha solo sfiorato altre (Andalusia, Canarie). La Spagna ha continuato la sua crescita economica anche quando il partito governante cambiò nel 2004, mantenendo una solida crescita del PIL durante il primo mandato di José Luis Rodríguez Zapatero, sebbene fossero evidenti alcuni fondamentali problemi dell'economia spagnola. Secondo il Financial Times, vi era un deficit commerciale enorme della Spagna (che ha raggiunto l'incredibile cifra di 10% del PIL del paese nell'estate del 2008) e una "perdita di competitività nei confronti dei suoi principali partner commerciali". Nel decennio che va dal 1998 al 2008, l'economia iberica è stata tra le più dinamiche nell' eurozona.